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STORIE. A sparkling Planet (Funk).

La nostra bella e sabauda Torino ha accolto ancora una volta il rock elettro dance dei Planet Funk. La band si è esibita venerdì sera nel contesto del GruVillage, che non rende propriamente giustizia ad una città che si rivela decisamente più affascinante quando ospita i concerti nei suoi splendidi punti verdi.

Lo spettacolo si è scaldato in pochi minuti, grazie alla forza di una band che sa far saltare e ballare tutti quanti. La voce è quella di Alex Uhlmann, che da due anni si è unito alla storica band di Alex Neri, Marco Baroni, Domenico “GG” Canu e Sergio Della Monica, accompagnati in tour dal batterista Luca Capasso.

Gli occhi di tutti sono puntati su di lui: Alex Uhlmann è bello, ma riesce ad essere ancora più bravo. Ha una voce che si fa ascoltare con piacere dall’inizio alla fine. Forte, tiepida e vibrante. Ti fa venir voglia di chiedergli di cantare i tuoi pezzi rock preferiti, quelli con cui sei cresciuto.

Sul palcoscenico si muove fiero e regale, getta sul pubblico un’energia positiva e misteriosa: mix d’irremovibile freddezza nordica ripassata da un savoir faire tutto italiano. Tra un pezzo e l’altro pronuncia poche parole in inglese con accento tedesco e qualche espressione in napoletano, conquistando tutti aggiungendo affabilità al ritratto della carismatica rockstar internazionale.

Se hai la fortuna d’incontrarlo fuori dalla scena ti ritrovi davanti un ragazzo altissimo, schiena dritta e sguardo fermo, che in pochi secondi ti colpisce per i modi gentili ed un sorriso che ti avvicina. I suoi sono sorrisi pacati, aggraziati, che accorciano le distanze. In lui c’è qualcosa di così normale che ti viene voglia di averlo come amico.

Tutto questo mi fa ripensare al fatto che ci sono persone, nel mondo dello spettacolo, che non passano il tempo a gingillarsi con il loro super-ego. Persone che probabilmente hanno le stesse emozioni ed ambizioni di tutti noi e vivono la loro passione come un lavoro di responsabilità. Ho sentito ragazzini commentare ai concerti: “tanto loro domani non si svegliano alle sei …”, senza pensare che la sveglia per la prossima tappa del tour potrebbe essere alle cinque.

Ciò che ammiro in chi fa scelte del genere è la capacità di individuare, nella confusione di tutte le città che ti ospitano e gli abbracci delle persone che ti accolgono, la propria casa. E così mi sembra di assistere ad una nuova generazione di musicisti che restituiscono valore al “fare musica”, aldilà della vocazione agli eccessi.

Sono certa che non sia facile come sembra e, aldilà delle apparenze, il successo va gestito. Al pari di altri lavori significa avere delle responsabilità e pensare al futuro. Orde di ragazzini si aggrappano ancora a stereotipi ormai decisamente obsoleti, continuano ad eccedere emulando modelli che non hanno nulla di aspirazionale perché non rappresentano dei ritratti vincenti.

Guadagnarsi un benessere ponderato e costruito è sicuramente molto più sano. E senza data di scadenza.

9 commenti su “STORIE. A sparkling Planet (Funk).

  1. Giorgia Pipino
    25 giugno 2012

    Che bel post! Io non ho avuto il piacere di incontrare Alex Uhlmann al di fuori della scena, ma ho avuto l’impressione che fosse esattamente come l’hai decritto tu.

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    • business.we.love
      25 giugno 2012

      Bene 🙂

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      • Roby
        31 agosto 2012

        Io l’ho incontrato al concerto di Trescore Balneario. Devo dire che sono rimasto stupito dall’umanità sua e di Marco Baroni, proprio brave persone, “normali”.

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      • business.we.love
        1 settembre 2012

        Dai, che bella esperienza!
        Forse andrò al loro gig di Napoli.
        Tu hai intenzione di andare a qualche loro concerto in questo tour?

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      • Roby
        1 settembre 2012

        Ormai il tour e’ alla fine, ieri sera erano in Russia. Spero in qualche data aggiuntiva.
        Non ti piacerebbe rivedere sul palco Dan Black?

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      • business.we.love
        2 settembre 2012

        Sono onesta: non seguivo i Planet Funk ai tempi di Dan Black, conoscevo alcuni pezzi ma ho iniziato ad apprezzarli davvero quando li ho conosciuti di persona, all’arrivo di Alex Uhlmann.
        Per il genere elettro Dan Black aveva una voce e un carisma perfetti, credo… sei di questa idea?
        Ma la voce di Alex Uhlmann è molto più affine ai miei gusti musicali, da sempre più orientati al rock. La trovo meravigliosa e per me non ha eguali.
        Che dici?

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      • Roby
        2 settembre 2012

        Penso che ognuno ha i propri gusti. Il progetto Planet Funk non si può legare ad un solo cantante. Infatti tutti, i fan, pensavano prima a Dan Black e poi al gruppo. Alex e’ riuscito a dare un valore aggiunto alla band, chiaro che in futuro si vedrà. Comunque ti ripeto, e’ una persona squisita.
        Grazie per la chiacchierata Nicoletta, ti auguro una buona notte.
        Hai un contatto su Facebook?

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      • business.we.love
        3 settembre 2012

        Ciao Roby, hai ragione.
        Il cantante di una band è parte di un progetto, come nel calcio chi segna un goal non si può considerare fuori dal contesto della squadra.
        Avrei potuto scrivere un articolo su ognuno di loro, Alex Neri per esempio e tutti gli altri… come su parecchie altre personalità del mondo della musica e dello spettacolo che meritano tanto spazio per il loro contributo alla scena culturale.
        Racconterò tante altre storie, mano a mano che questo cammino prenderà forma. Spero vorrai continuare a seguirmi anche su Facebook alla pagina business.we.love alla quale spero t’iscriverai e inviterai i tuoi amici a farlo.
        Sei un lettore che dà un sacco di soddisfazioni 😉
        A presto.

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      • business.we.love
        4 settembre 2012

        A proposito… è appena uscito lo spot tv della Reebok, testimonial Alex Uhlmann. Bello spot, guardalo.

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Questa voce è stata pubblicata il 17 giugno 2012 da in comunicazione con tag , , , .