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DIARIO. Tu mi fai dimenticare dove devo andare.

Ci sono volte in cui dimentichi di amare ma chissà come mai scappare ti viene benissimo.
Accanto a me c’e’ un ragazzo, Ragazzo 1, che deve essere originario di qualche posto del mezzogiorno africano. Lo immagino perché tra me e lui ci passano dodici toni di colore. L’altro indizio e’ che lui non capisce quello che dico, ma questo riguarda la maggior parte degli uomini.
Mi sento ospite anche qui, sarà l’odore di cipolla del panino che qualcuno sta addentando, saranno i racconti al telefono di una voce della terza eta’ – Signora 1 – che elenca i suoi dolori ad una figlia che, dall’altra parte della cornetta, in un qualche ufficio, gira gli occhi all’indietro.
Un tale, Ragazzo 2, mi sorprende cominciando a parlare al cellulare appena dietro di me. E’ fisicamente interessante, ma qualcosa a colpo d’occhio non mi convince. Dice che lui e’ come il vino, va al contrario, più invecchia e più migliora. Che noia!
Ragazzo 2 e’ esattamente quel genere di uomo che a cena mi scatena sbadigli multipli e istinti gravemente svenevoli. Dice che vive a Maiorca, parla di superbike, cerca di rendersi interessante, va al matrimonio di un dirigente Ducati. Ma a me scatena solo sbattimento a fior di pelle e, variazione sul tema, una punta di invidia quando dice che passerà il mese di dicembre a Marrakech.
E poi ci sono loro, ve li presento uno ad uno senza risparmiare dettagli, i miei amici silenziosi:
– Ragazzo 3, giovane e riflessivo immerso nel suo i-pod e complessato per i brufoli;
– Signore 1 con la barba alla Osho (o Bin Laden, devo ancora decidere) che scrive fitto-fitto su un quaderno a quadretti perché ha quasi cinquantanni ma da grande vuol fare lo scrittore;
– Signora 2 intenta a leggere un Adelphi con la copertina blu scelto per la carta piacevolmente ruvida delle pagine;
– Anziano 1 che sfoglia rumorosamente il giornale perché attraverso quel suono vigoroso racconta la sua gioventù.
Ecco, loro mi fanno andare oltre l’odore di cipolla e mi rendono più sopportabile lo strappo del treno che lascia la stazione per andare verso Sud.

Ragazzo 2 e’ ancora qua dietro a menarsela al telefono con qualche sventurato/a.

(Mentre lo scrivo, nel cuore di una dissertazione eccitata sulla Ducati, cade la linea. O forse il suo interlocutore si e’ rotto i maroni).

(5 minuti dopo, il suo interlocutore non lo ha ancora richiamato. Strano vero?).

(2 secondi dopo penso che pure io sono stata mollata nel momento di maggiore enfasi amorosa, sarò mica una palla fotonica come sto qua?).

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Il blog di Nicoletta Napoli.

2 commenti su “DIARIO. Tu mi fai dimenticare dove devo andare.

  1. paolobertini
    7 dicembre 2012

    Carote e pomodori al binario due. Poi c’e’ la cipolla. Prosegui pure il viaggio interessante Nicoletta, con il pensiero ti cerco in questi scritti. Se non disturbo s’intende. Non e’ ora per un’insalata con gli ortaggi, forse ci sta una cioccolata calda. Nevica pure. Di un po’ di calore c’e’ sempre bisogno. Grazie, non importa quanto separano il tempo e lo spazio.

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Questa voce è stata pubblicata il 7 dicembre 2012 da in zen con tag , , , .